Il Contratto di Agenzia Commerciale in Francia

Guida pratica

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Il contratto di agenzia commerciale è uno degli accordi più utilizzati nel commercio internazionale.

Nell'Unione Europea il quadro giuridico è fissato dalla Direttiva del Consiglio 86/653/CEE, ma esistono ancora differenze significative tra le normative nazionali e la giurisprudenza degli Stati membri.

Al di fuori dell'UE, l'agenzia commerciale spesso non è regolamentata da una legge specifica o può essere soggetta a leggi a livello federale o statale.

Nella maggior parte dei paesi, anche se le parti sono libere di scegliere la legge applicabile ad un contratto internazionale di agenzia e il metodo di risoluzione delle controversie, alcune disposizioni previste dalle leggi locali non possono essere escluse.

E mentre l'Agente ha solitamente diritto ad un'indennità di clientela alla cessazione del contratto, tale indennità può essere esclusa in alcuni paesi.

Quando si negozia un contratto di agenzia internazionale, quindi, è molto importante sapere quali sono le opzioni disponibili, quale legge è più favorevole agli interessi del preponente o dell'agente, quali disposizioni non possono essere derogate, quale è la migliore giurisdizione per la risoluzione delle controversie, e così via.

In questa Guida i nostri esperti legali forniscono alcune risposte e consigli pratici.

Francia

Come sono regolati i contratti di agenzia in Francia?

In Francia, per comprendere le norme applicabili ai contratti di agenzia commerciale, è necessario sapere che l'attività di agente può rientrare in due discipline distinte, una piuttosto protettiva dell'agente, l'altra più flessibile.

Da un lato, c'è l'agente commerciale stricto sensu ("agente commerciale"), o agente commerciale disciplinato dalla legge, che deve rispondere a una precisa definizione giuridica per poter beneficiare di un regime di protezione stabilito dagli articoli da L 134-1 a L 134-17 del codice di commercio francese. Questi articoli derivano dalla legge del 25 giugno 1991 che recepisce le disposizioni della direttiva UE n. 86/653 del 18 dicembre 1986 sugli agenti commerciali. Questi articoli forniscono un quadro giuridico abbastanza ben definito. Nel diritto interno francese, molte disposizioni sono di ordine pubblico interno, nel senso che il preponente e l'agente non possono derogarvi; la questione è più delicata nel caso di un contratto internazionale (vedi § 4. C).

D'altra parte, vi è il cosiddetto agente d'interesse comune ("mandataire d'interêt commun") che rientra essenzialmente nelle disposizioni del Codice civile applicabile al mandato (art. 1984 e segg. del Codice civile) integrate dalla giurisprudenza. Il quadro giuridico per l'attività degli agenti di interesse comune è molto più flessibile, anche se vago, perché fa riferimento a norme generali. Inoltre, la maggior parte di queste norme non sono di ordine pubblico; di conseguenza, il contratto di agente di interesse comune può derogarvi.

Il punto in comune tra queste due forme di disciplina è il fatto che l'agente commerciale e l'agente di interesse comune sono entrambi agenti ("mandatario"). Essi rappresentano le loro controparti contrattuali (il preponente). Entrambi agiscono per conto del preponente nella misura in cui si presentano ufficialmente come rappresentanti del preponente ed entrambi agiscono per conto del preponente nel senso che le loro azioni sono vincolanti per il preponente.

In generale, quando un agente agisce per conto di una società e il suo contratto o la sua attività non possono essere qualificati come agenzia commerciale perché non soddisfa le condizioni previste dalla legge e dalla giurisprudenza, i giudici lo riconoscono almeno come un agente di interesse comune (a meno che non rientri in un'altra categoria giuridica di cui al successivo § 2.a).
La seguente presentazione distinguerà, ove necessario, le norme applicabili all'agente di interesse comune e all'agente commerciale. Si deve anche sapere che la parola inglese "agent" include sia un termine generico che si riferisce alla categoria generale del mandato ("mandataire") sia uno status specifico ("agent commercial") abbreviato in inglese; gli operatori stranieri devono quindi essere prudenti nell'uso di questa parola.

Quali sono le differenze rispetto ad altri intermediari commerciali?

Quando un operatore commerciale prevede di utilizzare i servizi di un intermediario (termine volutamente neutro e generico) non deve per ciò stesso necessariamente stipulare un contratto con un agente commerciale. Infatti, dal punto di vista economico e pratico, un intermediario può avere diverse missioni ed esercitarle a condizioni diverse. Pertanto, vi sono diversi schemi contrattuali a disposizione dell’operatore, che vanno tenuti ben distinti dallo status di agente commerciale onde evitare che un contratto con un agente di commercio possa essere riqualificato come schema contrattuale di tipo diverso, il che avrebbe l’effetto di causare incertezza giuridica per entrambe le parti, o addirittura esporle a nuovi obblighi e responsabilità.

a) Contratti alternativi al contratto di agenzia

A prescindere dalla distinzione di dettaglio fra agente di commercio ed agente di interesse comune (che verrà descritta nel paragrafo “b” successivo) è possibile stipulare un contratto con un mediatore, un commissionario, un dipendente o un fornitore di servizi. Queste quattro categorie sono più dettagliatamente discusse qui di seguito perché possono svolgere, economicamente o praticamente, compiti analoghi e quindi creare confusione sull'applicazione di un determinato status. Il rischio di confusione con gli accordi di distribuzione o di franchising è minore, in quanto il primo implica chiaramente l'acquisto e la rivendita dei prodotti, mentre il secondo implica generalmente la fornitura di un know-how abbastanza formalizzato e di segni distintivi in base a condizioni di licenza.

  • Il contratto di mediazione
    Il mediatore indicato anche come intermediario ("courtier" o "apporteur d'affaires") non è un agente nel senso che non rappresenta la sua controparte. Il suo ruolo è principalmente quello di mettere in contatto un venditore e un acquirente, lasciando a loro la negoziazione di tutti i termini del loro potenziale contratto. Il mediatore non interviene, in linea di principio, nella negoziazione (ma non gli è vietato) e di solito viene pagato non sul risultato della negoziazione ma sull'avvio della stessa. Il contratto di mediazione è molto poco regolato dalla legge (tranne che in alcuni settori economici molto specifici) e i diritti ed obblighi delle parti sono disciplinati dalle clausole contrattuali e dagli usi del settore in cui operano. Il mediatore non ha diritto ad indennità alla cessazione del rapporto.
  • Il contratto con commissionario
    Il commissionario ("commissionaire") non è un vero agente nel senso che se agisce per conto del suo committente, agisce nei confronti di terzi a proprio nome. In altre parole, a monte è considerato come un agente nei suoi rapporti con il suo preponente, e come tale deve rispettare le istruzioni di quest'ultimo e non acquista i prodotti che gli sono semplicemente affidati, mentre a valle verso il mercato, dichiara di essere un distributore che vende prodotti in proprio nome (ma di fatto secondo le istruzioni e i prezzi comunicati dal suo committente). Il contratto pertanto ha piuttosto una natura duplice. Alla fine del rapporto il commissionario non ha diritto ad indennità, diversamente da un agente di interesse comune o commerciale (una delle ragioni risiede nel fatto che i clienti sono suoi clienti, non del preponente). Questo schema contrattuale può essere interessante quando un operatore commerciale voglia sviluppare una rete vendite utilizzando outlet gestiti da soggetti indipendenti che tuttavia devono rispettare molte istruzioni del preponente, specialmente in termini di prezzi. Alcune reti note come “reti di franchising” adottano questo schema (denominato “commissione-affiliazione”).
  • Il contratto di lavoro subordinato
    La promozione di prodotti e servizi di un operatore commerciale può essere effettuata anche attraverso un dipendente di tale operatore. Quest'ultimo può quindi stipulare un contratto di lavoro standard con un dipendente itinerante (ad esempio, responsabile di una regione) o un contratto di lavoro specifico finalizzato alla ricerca di clienti (chiamato "VRP"). In entrambi i casi, il dipendente sarà protetto dal diritto del lavoro francese, le cui disposizioni sono in gran parte di ordine pubblico; egli riceverà uno stipendio sul quale il datore di lavoro dovrà pagare i contributi sociali. Il datore può recedere dal contratto solo in conformità ad una procedura ed a condizioni specifiche, e dovrà pagare una somma a fine rapporto.
    La distinzione fra un contratto di agenzia e un contratto di lavoro è fondamentale per evitare che l’agente (spesso alla fine del rapporto) pretenda di essere inquadrato secondo lo status maggiormente protettivo di dipendente. Di conseguenza, il preponente deve fra le altre cose evitare di mettere l’agente in una posizione subordinata, ad esempio controllando in maniera troppo stretta la sua attività, e di applicare sanzioni disciplinari.
  • Il contratto di servizi
    In alcuni casi, il contenuto della missione promozionale è previsto da un contratto di servizi. Così, ad esempio, quando un laboratorio farmaceutico utilizza una forza vendita in outsourcing (gestita da un'altra azienda) per promuovere le proprie specialità farmaceutiche presso i medici, la missione di evidenziare i prodotti a terzi, che non sono potenziali acquirenti ma prescrivono i prodotti, non è un contratto di agenzia commerciale ma un contratto per la fornitura di servizi promozionali. E’ lo stesso se gli unici compiti assegnati dall’operatore commerciale sono, ad esempio, uno studio di mercato, l’assistenza nel rispondere a richieste di offerta, il dare seguito ad ordini o a spedizioni, la gestione di una scorta di sicurezza, di reclami di clienti o di interventi manutentivi. Il contenuto del servizio dev’essere identificato con molta chiarezza ed il compenso, generalmente fisso, dev’essere concordato in maniera precisa. In generale, questi contratti sono disciplinati dalle disposizioni del Codice Civile sull’appalto. Salva diversa disposizione contrattuale, non vanno pagate indennità al completamento del servizio.
    La linea di confine fra contratto di servizi ed incarico di agenzia è spesso piuttosto sottile, nella misura in cui all’agente possono essere assegnati in tutto o in parte simili servizi in aggiunta al suo compito principale di procurare, negoziare e concludere contratti in nome e per conto del preponente. In qualche caso, si consiglia vivamente di dividere i due contratti, concludendo un contratto di agenzia puro e semplice dove l’agente viene remunerato esclusivamente per l’attività di procacciamento, ed un contratto di servizi per il quale egli viene remunerato a fronte dei servizi accessori (questo in particolare può avere un impatto fondamentale nella determinazione della base di calcolo dell’indennità dovuta all’agente di commercio alla cessazione del rapporto).


b) Caratteristiche principali dell’agente di commercio

L'agente commerciale è definito nel diritto francese come "l'agente che, in quanto professionista indipendente, senza essere vincolato da un contratto di lavoro, è permanentemente responsabile della negoziazione, ed eventualmente della conclusione di contratti di vendita o di servizi in nome e per conto di produttori, industriali, commercianti o altri agenti commerciali" (art. L 134.1). In caso di controversia sullo stato dell’agente, il giudice dovrà pertanto verificare se sono soddisfatte tutte le condizioni previste in tale articolo.

  • In primo luogo, l'agente commerciale è indipendente. Possiede l’organizzazione ed i mezzi tecnici ed umani propri, che utilizza. Organizza come vuole il suo tempo di lavoro e sceglie come vuole i suoi clienti, che sono i suoi preponenti (a condizione di rispettare i suoi impegni di non concorrenza).
  • In secondo luogo, l'agente commerciale è anche un mandatario a cui è stato affidato un mandato ma è un mandatario piuttosto speciale. Come ogni mandatario, agisce in nome e per conto del suo preponente. Ma come agente commerciale disciplinato dalla legge, deve cercare attivamente clienti e negoziare con loro ed eventualmente concludere contratti con loro.
    Tuttavia, per una decade, la giurisprudenza francese ha escluso dallo status di agente commerciale l’agente che si limitasse a presentare tariffe e prodotti del suo preponente senza avere la capacità di negoziare i prezzi e le principali condizioni dei contratti di vendita né di concludere liberamente contratti. Pertanto, in presenza di una clausola che escludesse ogni possibilità per l’agente di negoziare e concludere contratti, non veniva riconosciuta la qualifica di agente commerciale (ed in generale il contratto veniva ricondotto ad un mandato di interesse comune). Tuttavia, il 4 giugno 2020, la Corte di Giustizia UE, alla quale la Corte Commerciale di Parigi aveva presentato una richiesta di pronuncia preliminare sulla compatibilità di tale definizione francese di agente commerciale con la definizione disciplinata dalla Direttiva del 1986, ha escluso la definizione di “negoziazione”. La CGUE ha quindi ritenuto che una persona non debba necessariamente avere il potere di variare prezzi dei prodotti che promuove al fine di essere qualificata come agente commerciale (si veda il nostro post nel blog di Legalmondo).Di conseguenza la Corte di Cassazione si è allineata (Cass. Com. 2 dicembre 2020, 18-20.231) alla giurisprudenza europea considerando che “un agente di commercio deve pertanto essere qualificato come agente di commercio se egli (…) è responsabile, su base permanente, della negoziazione ed eventualmente della conclusione di contratti (…) in nome e per conto di … (…) anche se non abbia il potere di modificare i prezzi di tali prodotti o servizi”.


L’articolo L 134-15 del Codice Commerciale prevede una singola ipotesi in cui lo status di tutela dell’agente commerciale può essere oggetto di rinuncia anche in presenza di un agente commerciale. Quando l’attività di agente commerciale viene esercitata prevalentemente per un progetto diverso da quello dell’agenzia (ad es. un contratto di distribuzione), le parti possono decidere espressamente di disapplicare le norme protettive del Codice Commerciale, sempre che l’attività di agente commerciale non venga di fatto esercitata in via principale.

Infine, va aggiunto che alcune attività sono escluse dallo status di agenti commerciali, come gli agenti assicurativi, gli agenti immobiliari e le agenzie di viaggio. Ma la forza vendita immobiliare che lavora per un agente immobiliare su base indipendente può beneficiare dello status di agente commerciale.

Come posso nominare un agente in Francia?

Il contratto

Il contratto di agenzia commerciale ed il contratto di interesse comune sono contratti consensuali. Possono essere stipulati per iscritto oppure oralmente. Il contratto può essere formalizzato con un semplice scambio di lettere. In mancanza della forma scritta, la prova dell'esistenza di un accordo è ammissibile con qualsiasi mezzo, in particolare mediante fatture di provvigioni o dichiarazioni di terzi. Contrariamente a quanto spesso si sostiene, l'articolo L 134-2 del Codice di Commercio non impone una forma scritta per quanto riguarda il contratto di agenzia commerciale, ma si limita a prevedere che ciascuna parte possa richiedere all'altra una formalizzazione scritta del proprio rapporto. La mancanza della forma scritta non impedisce l'applicazione dello status di agente commerciale e della tutela prevista dagli articoli L 134-1 e seguenti del Codice di Commercio.
Non è necessario registrare il contratto di agente commerciale né il contratto di mandato di interesse comune.

L'agente

L'agente di commercio è obbligato ad iscriversi nel registro speciale degli agenti di commercio ("RSAC") tenuto presso la cancelleria del tribunale commerciale. Tale obbligo è vincolante per gli agenti di commercio domiciliati in Francia, siano essi persone fisiche o giuridiche, di nazionalità francese o straniera. Tale obbligo non è vincolante per gli agenti di commercio stabiliti al di fuori della Francia che hanno un incarico temporaneo o occasionale in Francia.
L'obbligo di registrazione è irrilevante ai fini della validità del contratto di agente commerciale. In altre parole, un agente commerciale non registrato presso la RSAC può comunque rivendicare il beneficio della tutela degli agenti commerciali. D'altro canto, il preponente può pattuire che la registrazione è una condizione necessaria per l’efficacia del contratto di agente commerciale. La mancanza di registrazione non è sanzionata civilmente, ma può essere soltanto soggetta a una sanzione penale. L'agente commerciale ha l'obbligo di menzionare il suo numero di registrazione alla RSAC in tutti i suoi documenti commerciali (anch'esso soggetto a una multa).
L'agente di interesse comune non ha l'obbligo di registrarsi alla RSAC.

Come sono disciplinati i diritti di esclusiva dell'agente in Francia?

L’esclusiva può essere concessa dal preponente in riferimento ad un’area geografica e/o tipologia di clientela. Di conseguenza, il preponente (i) non può incaricare un altro agente per la stessa area e/o categoria di clienti, e (ii) deve pagare le provvigioni all’agente per tutte le vendite concluse dal preponente con clienti appartenenti all’area / categoria esclusiva anche se l’affare sia stato eseguito senza l’intervento dell’agente.

L'agente ha diritto alle provvigioni sulle vendite online effettuate dal preponente estero ai clienti situati in Francia?

Salva diversa pattuizione nel contratto, le vendite online concluse dal preponente con un cliente che appartenga al settore dell’agente lo legittima alle provvigioni salvo quanto qui sotto specificato. Tuttavia, il preponente e l’agente possono escludere contrattualmente il diritto alle provvigioni su vendite online.

Le regole di base sono nel senso che l’agente commerciale ha diritto ad una provvigione (i) a condizione che l’operazione commerciale sia stata conclusa grazie al suo intervento, e (ii) senza dover dimostrare il suo intervento nell’affare, se gli è stata concessa l’esclusiva. Ma il preponente deve anche tenere conto di un’altra norma (problematica), dato che l’articolo L134-6 prevede una norma speciale che si applica anche se non è stata concessa alcuna esclusiva territoriale: quando l’agente commerciale è incaricato di un’area geografica o di un gruppo di persone particolari (cosa che quasi sempre avviene), ha diritto alla provvigione anche per qualsiasi operazione conclusa con un cliente appartenente a detto gruppo o area geografica, senza dover fornire prova del suo intervento, Questa regola tuttavia può essere esclusa dal contratto, non trattandosi di norma di ordine pubblico.

A quali condizioni l’agente può essere vincolato ad un patto di non concorrenza durante e dopo la cessazione del rapporto di agenzia?

(a) Obbligo di non concorrenza nel corso del rapporto di agenzia

Anche se il contratto non lo dovesse espressamente prevedere, l’agente di commercio ha l’obbligo per legge di ottenere il previo consenso del preponente al fine di rappresentare un concorrente. Ciò detto, è preferibile definire chi siano i concorrenti o quali siano i prodotti concorrenti (principio di sostituibilità funzionale). Il principio di lealtà a cui è tenuto l’agente gli impedisce altresì di esercitare personalmente un’attività concorrente anche se questo non sia espressamente vietato dal contratto.

(b) Obbligo di non concorrenza dopo la cessazione del rapporto

Il contratto di agenzia commerciale può prevedere una clausola di non concorrenza post-contrattuale, ma quest’ultima, affinché sia valida, deve essere limitata (i) all’identica area geografica (o gruppo di persone) affidata all’agente, (ii) alla tipologia di beni e servizi prevista dal contratto, e (iii) al periodo massimo di due anni. Non è pertanto possibile prevedere una clausola di non concorrenza post-contrattuale avente un ambito più ampio rispetto a quello del contratto di agenzia, altrimenti verrà ritenuta nulla. Ma anche all’interno di questi limiti massimi, le corti francesi applicano il principio di proporzionalità per verificare se tale clausola abbia o meno l’effetto di impedire all’ex agente di esercitare qualsiasi attività professionale. La legge non prevede remunerazione.

È possibile che un contratto di agenzia internazionale sia regolato da una legge straniera?

Un contratto di agenzia commerciale può essere soggetto al diritto straniero se il contratto è considerato internazionale. Questa situazione si verifica quando una delle due parti è stabilita all'estero o quando il contratto viene eseguito all'estero, anche se entrambe le parti sono stabilite in Francia.

Un contratto può essere sottoposto a legge straniera, sia per effetto della scelta fatta dalle parti, sia, in assenza di scelta, per determinazione del giudice. Questo fa capire immediatamente l’importanza della clausola di giurisdizione e lo stretto nesso fra giurisdizione internazionale e legge nazionale applicabile. Nella consapevolezza che le regole sui conflitti di leggi sono quelle applicate dalla corte competente, sul presupposto che tale sia il giudice francese, egli applicherà i principi derivanti dalla normativa europea di applicazione generale (il Regolamento Roma I sulla legge applicabile ai contratti (17 giugno 2008, n. 593/2008) ed anche le disposizioni della Convenzione dell'Aia sulla legge applicabile ai contratti di intermediazione (14 marzo 1978).

(a) La scelta di una legge straniera ad opera delle parti

Sia in base alla Convenzione dell'Aia (art. 5) che in base al Regolamento Roma I (art. 3), i giudici francesi devono rispettare la scelta di legge fatta dalle parti, sia essa espressa o implicita.

(b) La determinazione della legge applicabile da parte del giudice, in assenza di scelta delle parti

Le regole sui conflitti di leggi poste dalla Convenzione dell’Aja e dal Regolamento Roma I sono abbastanza simili:

  • secondo la Convenzione dell'Aia (art. 6): in mancanza di scelta delle parti, la legge determinata dal giudice sarà la legge dello Stato in cui l’agente è stabilito al momento della conclusione del contratto, ma sarà la legge del paese in cui la missione deve essere effettuata se il preponente è domiciliato in tale paese;
  • secondo il Regolamento Roma I: in mancanza di scelta delle parti, la legge determinata dal giudice sarà quella dello Stato in cui l'agente ha il domicilio o la residenza abituale, sia in base all’art. 4 § 2 (norma generale) che in base all’art.4, § 1.b (norma speciale se il contratto di agenzia è considerato come un contratto di servizi ai sensi del Regolamento Roma I).


(c) Possibile interferenza delle norme francesi di applicazione necessaria

Anche se il giudice francese è obbligato ad applicare il diritto straniero determinato in base alle norme sul conflitto di leggi, deve anche applicare le norme di applicazione necessaria francesi (OMR). In generale, le OMR consistono nello zoccolo duro delle norme interne di ordine pubblico. In altre parole, non tutte le regole interne di ordine pubblico sono OMR a livello internazionale. La questione si pone seriamente per i contratti di agente commerciale (e non per i contratti di mandato di interesse comune), dove i tribunali francesi non hanno la stessa posizione della Corte di giustizia europea su questo punto.
La Corte di Cassazione francese da vent’anni sostiene che la disciplina francese sugli agenti commerciali (art. L 134-1 e segg.) non è di applicazione necessaria. Questa affermazione si applica sia ai preponenti stranieri stabiliti al di fuori dell'UE sia ai preponenti stabiliti nell'UE. Questa posizione, piuttosto a beneficio del preponente, sembra non conforme alle regole stabilite dalla CGUE:

  • nel caso di un rapporto tra un agente stabilito nell'UE e un preponente stabilito al di fuori dell'UE, la CGUE ha ritenuto che l'agente commerciale che ha adito un tribunale di un Paese membro dell'UE possa chiedere la tutela della Direttiva del 1986, anche se il contratto è soggetto a una legge di uno Stato non UE (CGCE, 9/11/2000, causa C 381/98, Ingmar);
  • per quanto riguarda un rapporto tra un agente con sede nell'UE e un preponente stabilito in un altro Stato membro dell'UE, la CGUE ha ritenuto che la legge di uno Stato membro che attua la direttiva del 1986, scelta dalle parti, possa essere annullata dalle OMR del paese del giudice adito. Ma è necessario che tale giudice accerti che il legislatore del suo Stato abbia ritenuto fondamentale concedere all'agente commerciale una tutela che vada al di là di quella prevista da tale direttiva, tenendo conto della natura e della finalità di tali disposizioni imperative (CGCE, 17/11/13, causa C 184/12, Unamar).


Appare evidente che, per i giudici francesi, la legge francese che ha recepito la direttiva del 1986 non fornisca una tutela speciale che vada oltre quella prevista dalla Direttiva e non può quindi disapplicare un'altra legge europea che recepisce la stessa direttiva. Tuttavia, il preponente straniero dovrebbe, per evitare qualsiasi rischio di applicazione delle OMR francesi, non solo sottoporre il contratto a una legge straniera, ma anche scegliere un giudice straniero con una clausola di giurisdizione o stipulare una clausola arbitrale.

È possibile sottoporre eventuali controversie a una giurisdizione straniera o ad arbitrati stranieri?

(a) Clausola di giurisdizione

Un contratto di agenzia internazionale può prevedere una clausola di competenza giurisdizionale a favore di un tribunale straniero, qualunque sia la scelta fatta dalle parti (magari quella di uno Stato terzo rispetto ai paesi di entrambe le parti). Nel diritto internazionale, la clausola di giurisdizione è valida anche con una persona fisica che non ha lo status di commerciante.
A livello formale, la clausola di competenza deve essere stata conclusa nella forma prevista dal Regolamento Bruxelles I rifuso. I contratti di agenzia commerciale internazionale che prevedono una clausola di competenza devono quindi prevedere espressamente tale clausola. È anche possibile stipulare una clausola che conferisca una competenza asimmetrica, in base alla quale un tribunale è designato come esclusivo per entrambe le parti, ma in cui una parte si riserva il diritto di adire un altro tribunale (questa clausola è valida a condizione che l'opzione sia menzionata a favore di un tribunale specifico). Sebbene, ai sensi del regolamento Bruxelles I rifuso, le clausole attributive di competenza siano per loro natura esclusive, è meglio affermare espressamente che la competenza è stabilita su base esclusiva. Si consiglia di includere nell'ambito di applicazione della clausola le controversie basate sulla responsabilità da illecito civile e in materia di diritto della concorrenza, nonché le ipotesi di pluralità di convenuti, chiamata in garanzia nonché provvedimenti di ingiunzione e provvedimenti provvisori.
I giudici francesi rispettano la clausola di giurisdizione stipulata a favore dei tribunali stranieri, anche se le OMR francesi sono potenzialmente coinvolte.
Va chiarito che le norme giurisdizionali del regolamento Bruxelles I rifuso si applicano, per questa specifica questione, anche ai contratti stipulati con contraenti stabiliti al di fuori dell'Unione europea.
Se le parti non stipulano una clausola di competenza a favore di un determinato tribunale, la competenza del giudice al quale il caso viene deferito sarà valutata alla luce delle norme di competenza del paese di tale giudice. Per quanto riguarda la competenza del giudice francese, le norme che determinano la competenza internazionale differiscono a seconda del luogo di stabilimento delle parti: se l'agente abbia sede in Francia, per un preponente con sede nell'UE, tale determinazione avverrà secondo il regolamento UE Bruxelles I rifuso e per un preponente privo di sede nell'UE, secondo la convenzione bilaterale firmata dalla Francia e, in mancanza, secondo le norme standard francesi di competenza internazionale. Ma, in sostanza, le regole di competenza sono più o meno le stesse: (i) il luogo di domicilio/sede del convenuto e, in alternativa (ii) il luogo di esecuzione del contratto di agenzia.

(b) Clausola arbitrale

Un contratto di agenzia internazionale può anche prevedere una clausola arbitrale, che sarà valida anche se l'agente non è una persona giuridica ma una persona fisica, ed anche se non sia un commerciante. I giudici francesi riconoscono il principio di validità delle clausole arbitrali e declinano la loro giurisdizione (a meno che la clausola arbitrale non sia palesemente nulla o inapplicabile), ma possono comunque concedere misure provvisorie o cautelari, compreso un pagamento parziale su un credito invocato da una delle parti ("référé provision"), fintanto che l'arbitrato non sia iniziato. Nella pratica, i contratti di agenzia non prevedono quasi mai clausole arbitrali, sia ad hoc che riferite a un centro di arbitrato, come la CCI.

Riconoscimento di una sentenza giudiziale o arbitrale emessa all'estero

Una decisione giudiziale resa in un altro stato membro UE verrà riconosciuta ed eseguita in Francia senza alcuna formalità a partire dall’entrata in vigore del Regolamento Bruxelles I rifusione. Per ulteriori informazioni sull’esecuzione e possibili ricorsi in base al Regolamento Bruxelles I rifusione si veda il Capitolo sul diritto europeo. E’ importante a questo proposito ricordare che nella fase di esecuzione in Europa, il Regolamento Bruxelles I rifusione si applica a qualsiasi decisione emessa da altro giudice UE, quale che sia la base della sua giurisdizione (norme UE o nazionali).

Una decisione giudiziale emessa dalla corte di uno Stato che non appartenga all’Unione Europea sarà riconosciuta ed eseguita in Francia secondo le condizioni e la procedura previste dalla convenzione bilaterale eventualmente in essere con tale Paese, o in mancanza, in base alle norme previste dalla giurisprudenza francese in materia: assenza di violazione di una norma di giurisdizione esclusiva riconosciuta dalle corti francesi, assenza di violazione dell’ordine pubblico internazionale nel merito e nella procedura, assenza di frode.

I lodi arbitrali resi all’estero sono ampiamente riconosciuti e dichiarati esecutivi in Francia. Il riconoscimento o l’esecutorietà di un lodo possono essere rifiutati solo per i seguenti motivi: (i) se il tribunale arbitrale si è ingiustamente dichiarato competente, (ii) se il tribunale arbitrale è stato costituito in modo irregolare, (iii) se il tribunale arbitrale ha deciso senza adempiere al compito affidato, (iv) se il principio del contraddittorio non è stato rispettato, oppure (v) se il riconoscimento o l’esecuzione della sentenza sono contrari all’ordine pubblico internazionale. I sequestri conservativi di beni possono essere richiesti prima della pronuncia della dichiarazione di esecutorietà.

Risoluzione del contratto di agenzia

Un contratto di agenzia commerciale può essere concluso a tempo indeterminato o a tempo determinato. Se le parti concludono un contratto a tempo determinato senza una clausola di tacito rinnovo, questo contratto continuerà per un periodo di tempo indeterminato.
Un contratto di agenzia commerciale a tempo indeterminato può essere risolto in qualsiasi momento, senza particolari motivi o cause. In ogni caso, deve essere rispettato un periodo minimo di preavviso: un mese per una disdetta nel primo anno, due mesi nel secondo anno e tre mesi nel terzo anno e negli anni successivi. Lo stesso termine minimo di preavviso deve essere rispettato se una delle parti di un contratto a tempo determinato notifica la sua opposizione al rinnovo automatico.

La mancata osservanza di un preavviso espone la parte che fa cessare il contratto al risarcimento dei danni in base alla durata del periodo di preavviso non concesso. Occorre notare che l’Articolo 442-1.II (ex 442-6.I 5°) del Codice Commerciale sulla cosiddetta risoluzione improvvisa (vedasi il nostro post sul Legalmondo su questo argomento) non si applica al contratto di agenzia commerciale, ma si applica al contratto di mandato di interesse comune, nella misura in cui non vi sia alcuna regola speciale sul preavviso che si applichi a tale contratto.

La risoluzione anticipata di un contratto a tempo determinato che non sia conforme ai termini del contratto o non sia giustificata da un inadempimento dell'altra parte, permetterà alla parte danneggiata di chiedere un risarcimento calcolato sulla base del tempo rimanente fino alla fine del contratto.

Alcuni esempi di “giusta causa” per la cessazione anticipata del contratto di agenzia in Francia

I tribunali hanno stabilito la risoluzione anticipata del contratto di agenzia:

  • da parte del preponente quando l’agente (i) rappresenta prodotti concorrenti senza l’autorizzazione del preponente, oppure (ii) rifiuta di cercare clientela;
  • da parte dell’agente, quando il preponente (i) non paghi tempestivamente le provvigioni dovute, o (ii) modifichi unilateralmente il tasso o la modalità di calcolo delle provvigioni.


Il mancato raggiungimento di un obiettivo di vendita può essere considerato come una violazione?

Il mancato raggiungimento di risultati o quantità pattuite contrattualmente, è considerato come violazione che autorizza il preponente a risolvere anticipatamente un contratto a tempo determinato senza dover riconoscere un risarcimento per risoluzione illegittima. Tuttavia la giurisprudenza francese ritiene che il mancato raggiungimento dell’obiettivo minimo non sia da qualificarsi come “grave inadempimento”; pertanto, il preponente che risolve un contratto per omesso raggiungimento dell’obiettivo minimo dovrà pagare l’indennità di fine rapporto.

Indennità di fine rapporto secondo la legge francese

Il compenso di fine rapporto dovuto all’agente è trattato diversamente a seconda se si tratti di un agente commerciale o di un agente di interesse comune.

L'agente commerciale

Se il contratto è soggetto al diritto francese, il risarcimento sarà regolato dall'articolo L 134-12 del Codice di Commercio (e dall'art. 17.3 della Direttiva del 1986). Nessuna disposizione contraria può escludere in principio tale risarcimento né limitarne anticipatamente l'importo. L'indennità è dovuta al termine del contratto (la giurisprudenza non distingue fra la fine di un contratto di durata indeterminata e la scadenza di un contratto a tempo determinato, anche se questo sembra contrario al testo della Direttiva del 1986). Il risarcimento non è dovuto nei seguenti casi limitati:

  • l'agente commerciale ha receduto dal suo contratto, a meno che questo recesso non sia giustificato da una precedente colpa del preponente (ad es. mancato pagamento delle provvigioni) o sia dovuto all'età, all'infermità, alla malattia o al decesso dell'agente;
  • la cessazione del contratto è causata dalla grave colpa dell’agente commerciale;
  • l'agente commerciale ha ceduto il suo contratto - con il consenso del preponente - a un terzo.


Va considerato che l'eccezione per l'infermità, l'età, la malattia o la morte riguarda solo l’agente commerciale che sia una persona fisica ed abbia stipulato un contratto con il preponente. Questa possibilità è esclusa quando l’agente commerciale è una società che stipula il contratto con il preponente.

Se l'agente commerciale rifiuta di rinnovare il contratto quando il preponente glielo propone, l'indennità di fine rapporto non sarà dovuta.

La colpa grave è interpretata restrittivamente dalla giurisprudenza come una colpa di tale gravità da impedire il mantenimento del rapporto contrattuale. Pertanto, non tutte le violazioni di un contratto sono automaticamente considerate come gravi mancanze. Ad esempio, il mancato rispetto di un obiettivo di fatturato generato dall'agente non è di per sé una colpa grave, ma lo sono i casi di violazione di un impegno di non concorrenza, di abbandono della missione o di denigrazione del preponente. Anche se i tribunali ritengono di non essere vincolati da una definizione contrattuale di colpa grave, potrebbe essere utile specificare quale violazione potrebbe autorizzare il preponente a risolvere il contratto per una cosiddetta colpa grave. La definizione di grave inadempimento porta il giudice a ritenere che se il preponente ha concesso (a scopo di conciliazione, per conformità al contratto, o per debolezza) un preavviso di risoluzione, l’inadempimento che ha dato luogo alla risoluzione non potrà essere considerato come grave. La risoluzione per colpa grave comporta il diritto di risolvere il contratto senza preavviso.
La giurisprudenza francese fissa il quantum del risarcimento in modo molto ampio, ad una somma quasi forfettaria di due anni di retribuzione lorda corrisposta all'agente calcolata sulla media degli ultimi 36 mesi precedenti la cessazione effettiva del contratto. Se il contratto è durato meno di due anni, il risarcimento sarà pro rata temporis. La base del risarcimento è, infatti, l'insieme delle somme versate all'agente, compresa la remunerazione per servizi ausiliari (e anche il rimborso delle spese). La giurisprudenza, inoltre, non distingue tra le provvigioni pagate per operazioni con clienti preesistenti e quelle con clienti che non esistevano; ma potrebbe essere opportuno allegare al contratto l'elenco dei clienti preesistenti e il loro fatturato per identificare una eventuale inadempienza dell'agente.

Se l’inadempimento dell'agente non è considerato grave, può tuttavia costituire un’inadempienza che comporta la responsabilità dell'agente e che autorizza il preponente a chiedere il risarcimento dei danni che possono essere compensati con il risarcimento dovuto alla cessazione del rapporto. Se il preponente non è in grado di limitare validamente l'importo del risarcimento in anticipo, il contratto può stabilire che la messa a disposizione da parte del preponente della propria banca dati dei clienti a beneficio dell'agente commerciale, darà luogo ad una remunerazione che non è pagabile al momento della conclusione del contratto, ma il cui pagamento è rinviato alla fine del contratto. In questo caso, tale somma compenserà parzialmente l'importo del risarcimento di fine rapporto.
Il diritto all'indennizzo dell'agente commerciale si estingue se egli non lo rivendica con qualsiasi mezzo (di solito con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno) entro un anno dalla cessazione del suo contratto. Questo termine di decadenza è indipendente, secondo il diritto francese, dalla durata del termine di prescrizione che è di cinque anni dalla fine del contratto e che viene interrotto da qualsiasi azione legale.

L'agente di interesse comune

Anche l'agente di interesse comune ha diritto a un risarcimento, ma i suoi diritti sono più limitati o addirittura precari. Soprattutto, questo diritto al risarcimento non è di ordine pubblico e può quindi essere escluso o modificato dal contratto. Il risarcimento di fine contratto non sarà dovuto a questo agente se il contratto viene risolto per una giusta causa. Il concetto di colpa grave non è qui applicabile. L'importo del risarcimento è generalmente calcolato nello stesso modo che per l'agente commerciale.

Può un agente in Francia essere considerato quale “stabile organizzazione” di una società preponente estera da un punto di vista fiscale? A quali condizioni?

Un agente commerciale che svolga le sue attività in Francia per una società estera non verrà considerato dalle autorità fiscali francesi come una stabile organizzazione di tale società.
In base all’articolo 5 par. 6 del Modello di Convenzione OCSE “Un’impresa non si riterrà avere una stabile organizzazione in uno Stato Contraente solo perché svolge la sua attività in tale Stato per mezzo di un mediatore, commissionario generale o un qualsiasi altro agente di status indipendente, sempre che tali persone agiscano nel loro ordinario corso d’affari.”

Altre particolarità

Il contratto di agenzia deve, naturalmente, prevedere la natura e il contenuto della missione dell'agente, i diritti e gli obblighi di entrambe le parti, nonché alcuni obblighi che agevolano un giusto equilibrio tra le parti, come, ad esempio, gli impegni di fatturato, gli obblighi di reportistica e la raccolta e il trasferimento dei dati personali. In linea di principio, le parti sono libere di organizzare il loro rapporto, fatte salve comunque le disposizioni del Codice Commerciale o del Codice Civile. Le disposizioni più sensibili da prevedere ai sensi del diritto francese sono quelle di seguito riportate.

  • L'agente commerciale ha un obbligo di trasparenza che, nelle relazioni internazionali, deve portarlo ad informare scrupolosamente il suo preponente straniero. È quindi consigliabile delineare chiaramente le sezioni del rapporto informativo e la periodicità dello stesso.
  • Il Codice Civile ha introdotto dal 2016 (art. 1195) la possibilità per le parti di un contratto di rinegoziare lo stesso, se per una parte l'adempimento delle sue obbligazioni è diventato eccessivamente oneroso e non aveva accettato di assumersi i rischi di un tale cambiamento di circostanze. In assenza di accordo fra le parti, queste possono presentare al giudice una domanda volta alla rinegoziazione del contratto o alla sua risoluzione. Poiché questo articolo non è questione di ordine pubblico, le parti possono escluderlo o limitarne l’ambito.
  • La legge francese impone al committente di pagare una provvigione entro e non oltre l’ultimo giorno del mese successivo al trimestre in cui è maturata. Secondo il Codice Commerciale, la provvigione matura non appena il preponente ha consegnato o non appena il cliente ha eseguito la sua parte dell'operazione (vale a dire, ha pagato). Anche se queste disposizioni sono di ordine pubblico, il contratto può specificare che il diritto alla provvigione viene acquisito solo al momento del pagamento del prezzo e pro quota.
  • L'articolo L 134-7 del Codice di Commercio prevede che l'agente di commercio avrà diritto a provvigioni dopo la cessazione del contratto nei due casi seguenti:
    • nel caso in cui l'ordine del terzo sia stato ricevuto dal preponente prima della fine del contratto di agenzia, indipendentemente dalla data in cui viene eseguita la vendita ed il prezzo viene pagato;
    • quando l’operazione viene conclusa tra il preponente e il suo cliente entro un tempo "ragionevole" dopo la fine del contratto di agenzia e a condizione che la transazione sia dovuta principalmente all’attività dell’agente durante il contratto (che può essere presunta quando era esclusivo).

         Tuttavia, l'articolo L 134-7 non è di ordine pubblico, per cui la disposizione può essere modificata o esclusa dal contratto.

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