Investire in Belgio: dove e in quali settori

6 Ottobre 2016

  • Belgio
  • Diritto societario

Un imprenditore straniero che voglia intraprendere un’attività commerciale in Belgio potrà scegliere tra tutte le forme societarie previste nel Codice delle Società belga. In quest’articolo verranno esaminate in maniera schematica le tre modalità di accesso nel mercato belga più comuni.

In primis la forma più semplice è quella della succursale (1), ossia una nuova entità che opererà nel territorio belga come filiale della società madre.

Nel caso in cui l’imprenditore voglia costituire una nuova società, la scelta normalmente ricadrà fra le due tipologie maggiormente utilizzate: Société anonyme (2) o Société privée à responsabilité limitée (3).

1.    Succursale

Le società che sono state costituite all’estero e che all’estero hanno la loro sede principale possono operare in Belgio e stabilirvi una succursale (art. 58 Codice delle società).

La succursale è stata definita dalla giurisprudenza belga come “un centro di operazioni che si manifesta all’esterno, in maniera stabile, come un’estensione della casa-madre (maison mère), ma comunque in grado di poter negoziare autonomamente con i terzi”.

Requisiti di forma

Gli artt. 81 e 82 del Codice delle società indicano quali sono i documenti necessari:

  • atto costitutivo;
  • la denominazione e la sua sede;
  • la decisione di aprire la succursale presa dall’organo abilitato a farlo nella società estera;
  • gli ultimi bilanci annuali.

Tutti questi documenti dovranno essere tradotti (con una traduzione giurata) in una lingua ufficiale belga (francese, olandese, tedesco) e depositati presso la cancelleria del tribunale del commercio territorialmente competente.

Legalizzazione ed Apostilla

In determinati casi questi documenti dovranno essere legalizzati (légalisés), vale a dire che occorrerà una certificazione della loro “provenienza” da parte di un organo competente.

Sono esentati da legalizzazione, in quanto sostituita dalla forma semplificata delle apostille, gli atti provenienti dagli Stati contraenti della Convenzione de L’Aja del 5 ottobre 1961.

Per quanto riguarda le società italiane che intendano aprire una succursale in Belgio, non sarà più necessario procedere alla legalizzazione degli atti pubblici o all’apposizione di apostille in virtù della Convenzione di Bruxelles del 25 maggio 1987, la quale ha soppresso ogni forma di legalizzazione o qualsiasi altra formalità equivalente tra gli Stati che l’hanno ratificata.

Conoscenze di base e capacità imprenditoriali

Per provare il possesso delle conoscenze di base occorre un documento che attesti:

  • una conoscenza della gestione di base;
  • la partecipazione ad un corso di gestione;
  • il possesso di un titolo di studio abilitante all’insegnamento superiore o universitario.

Per dimostrare l’esistenza ed il possesso di queste capacità di gestione imprenditoriale ci si può avvalere delle disposizioni contenute nella direttiva europea 2005/36 (artt. 17 e 19) relativa al “riconoscimento dei titoli e delle qualifiche professionali ottenuti all’estero”, attraverso una dichiarazione di competenze rilasciata dagli enti preposti all’interno dello Stato membro di origine.

Regolamento Bruxelles I bis

Il regolamento europeo “Bruxelles I bis”, applicabile alle controversie in materia civile e commerciale, dispone che le società che hanno la loro sede nel territorio di uno degli Stati membri dell’UE possono essere convenute nel tribunale del luogo in cui esse hanno stabilito una succursale se la controversia concerne l’esercizio di questa succursale (art. 7 n. 5 Bruxelles I bis).

2.    S.A. (Société anonyme)

La SA è definita nel Codice delle società come quella nella quale “gli azionisti non si impegnano che per un ammontare determinato” (art. 437).

Dal 1984 è possibile che la costituzione di una SA avvenga per mezzo dell’accordo di due persone fisiche o giuridiche (fino a questa data erano necessarie sette persone!).

Numero soci

2 soci, nessun limite massimo

Capitale minimo

€ 61.500

Liberazione del capitale

Il capitale versato deve essere pari ad almeno 61.500.

Inoltre ogni azione deve essere liberata per almeno ¼ del suo valore e le azioni che corrispondono a dei conferimenti in natura dovranno essere interamente liberate entro 5 anni dalla costituzione.

Modalità di costituzione

Atto pubblico a pena di nullità e deposito presso la cancelleria del tribunale. È inoltre necessaria la  redazione di un piano finanziario relativo ai primi 2 anni.

Responsabilità dei soci

Limitata alla propria partecipazione.

Titoli

Azioni e obbligazioni:

  • i titoli possono essere nominativi o dematerializzati;
  • in caso di emissione di azioni nominative occorre tenere un registro delle azioni.

Circolazione dei titoli

La libera circolazione è obbligatoria. Limitazioni statutarie:

  • clausola di gradimento;
  • clausola di vendita (prelazione);
  • clausola di inalienabilità (sempre per un tempo determinato).

Organi

Consiglio di amministrazione:

  • minimo 3 amministratori e 2 in caso di due soli soci (persone fisiche o giuridiche);
  • nominato dall’assemblea generale al massimo per 6 anni.

Assemblea generale dei soci:

  • ordinaria: una volta per anno;
  • straordinaria: in caso di modifiche allo statuto.

3.    S.P.R.L. (Société privée à responsabilité limitée)

Ai sensi degli artt. 210 e 211 Codice delle società, la SPRL può essere definita come una società:

  • costituita da una o più persone (dal 1987 la costituzione di una SPRL può avvenire per atto unilaterale);
  • i cui soci sono responsabili limitatamente al valore dei loro conferimenti;
  • i cui conferimenti possono essere sia in denaro sia in natura (intendendo per conferimento in natura qualsiasi bene suscettibile di valutazione economica).

L’art. 210 CS vieta espressamente l’appello al mercato per collocare quote o obbligazioni di una SPRL.

Numero soci

2 soci, nessun limite massimo. È possibile costituire una s.p.r.l.u. (unipersonale) con un solo socio.

Capitale minimo

Capitale da sottoscrivere e da liberare:

  • € 18.550 capitale minimo; deve essere integralmente sottoscritto,
  • € 6.2000 capitale da liberare (€12.400 nelle s.p.r.l.u.),
  • p.r.l. starter: € 1 capitale minimo.

In caso di conferimenti in natura:

  • rapporto di un revisore di impresa (valutazione),
  • rapporto dei fondatori (interesse dell’impresa).

Modalità di costituzione

L’atto costitutivo dovrà essere redatto nella forma dell’atto pubblico:

  • deve essere depositato in cancelleria entro 15 giorni,
  • i fondatori devono presentare un piano finanziario relativo ai primi 2 anni.

Responsabilità dei soci

Limitata alla propria partecipazione.

Titoli

Quote sociali (titoli nominativi) + la possibilità di emettere obbligazioni: tutti i trasferimenti dovranno essere annotati nel registro dei soci tenuto presso la sede sociale.

Circolazione dei titoli

Occorre l’approvazione della metà dei soci che detengano almeno i ¾ del capitale. L’approvazione non sarà necessaria quando il trasferimento avviene a favore di un altro socio, di un parente del socio cedente o di una persona preliminarmente approvata in statuto.

Lo statuto potrà contenere norme maggiormente restrittive.

Organi

Amministrazione:

  • Amministratore (1 o più, soci e non);

Assemblea generale:

  • ordinaria: almeno una volta all’anno;
  • straordinaria: in caso di modifiche allo statuto.

L’autore di questo post è David Diris.

Con circa 411 miliardi di dollari di export annuo, il Belgio è l’8° esportatore a livello mondiale. Il paese ha saputo adattarsi alla crescente integrazione dei mercati riuscendo a trasformare la sua dinamica economia in uno dei mercati più aperti e concorrenziali al mondo.

Da un punto di vista politico, il Belgio è uno Stato federale con specifici poteri politici articolati su 3 livelli:

Il governo federale è stabilito a Bruxelles

Le tre Regioni di cui si compone il Belgio sono:

  • la regione delle Fiandre, suddivisa in 5 province;
  • la regione Vallona, suddivisa in 5 province;
  • la regione di Bruxelles capitale.

Le tre comunità linguistiche sono:

  • la comunità fiamminga (di lingua neerlandese);
  • la comunità francese (di lingua francese);
  • la comunità germanofona.

In uno scenario economico complessivamente positivo emergono però rilevanti divergenze regionali:

  • la Vallonia dispone dei migliori ingredienti per una collaborazione impresa-ricerca. Il Governo vallone ha creato 6 poli di competitività: Biowin (bioscienze), Skywin (aerospaziale e aeronautica), Wagralim (agroindustria), Logistics in Wallonia (trasporti e logistica), Mecatech (ingegneria meccanica) e Greenwin (tecnologie ambientali). L’attività di questi poli vede associati centri di formazione, centri di ricerca, università e imprese. Per rafforzare la competitività della Regione Vallone nei settori dove presenta già un potenziale, a settembre 2005 il Governo vallone ha lanciato il Piano Marshall che definisce 5 direzioni:
    • i poli di competitività;
    • la creazione di attività;
    • l’alleggerimento della pressione fiscale sulle imprese (tra le più vantaggiose d’Europa);
    • il rafforzamento della ricerca e dell’innovazione;
    • il miglioramento delle competenze per l’occupazione.

Il Piano Marshall 2022 ha inoltre l’ambizione di sviluppare una nuova strategia di sviluppo regionale che scommette sulle forze del Piano Marshall 2.Verde e che innova attraverso la previsione di politiche di istruzione proprie della Federazione Vallonia-Bruxelles.

La dinamica dei piani Marshall ha portato i suoi frutti. Dal 2005 sono stati creati 46.388 posti di lavoro, sono stati forniti alle imprese 31.165 aiuti diretti e sono state erogate 417.895 attività di formazione.

  • senza dubbio le Fiandre costituiscono attualmente l’area forte del Paese dal punto di vista economico, favorite dalla posizione geografica e dalle infrastrutture di comunicazione (il sistema portuale Anversa-Gand-Zeebrugge; una rete stradale ben integrata nelle principali direttrici europee nord-sud e ovest-est; una rete ferroviaria molto sviluppata; da un’economia molto orientata all’export, da un contesto socio-economico che attrae capitali stranieri e da una struttura produttiva flessibile e tecnologicamente avanzata).
  • Bruxelles è una città unica. Centro nevralgico dell’Unione Europea, è divenuta una capitale internazionale dove i leader mondiali si riuniscono per prendere decisioni di rilevanza globale. La capitale belga ospita, oltre al Parlamento, la maggior parte delle istituzioni dell’Unione Europea e numerosi centri di rappresentanza dei paesi membri. Le istituzioni internazionali generano tra il 13% e il 14% del PIL di Bruxelles e il settore congressuale, da solo, ospita più di 000 congressi l’anno.

Grazie al ruolo internazionale di Bruxelles, il Belgio ha saputo conquistarsi un posto a livello mondiale nei servizi legati agli affari internazionali.

Inoltre, la presenza di oltre 60 banche straniere fa sì che Bruxelles rappresenti la settima piazza finanziaria più importante al mondo.

Su cosa investire

In Belgio il settore farmaceutico è certamente uno dei più solidi occupando ben 30.000 persone (pari al 5% dell’impiego del settore privato) ed essendo responsabile dell’11% del suo export complessivo (tra i Paesi OCSE, soltanto la Germania è in grado di offrire dati migliori). Solo negli ultimi tre anni, ammontano ad oltre 1 miliardo di Euro gli investimenti delle imprese nel settore biotech.

La transizione verso una green-economy sta instaurando in Belgio una vera e propria “rivoluzione verde” puntando a soddisfare, di qui al 2020, il 13% del proprio fabbisogno energetico attraverso fonti rinnovabili. Secondo autorevoli studi, il settore delle rinnovabili nella sola Vallonia dovrebbe permettere la creazione di 15.000 posti di lavoro entro il 2020 (che si andrebbero ad aggiungere ai 9.400 già esistenti), con investimenti previsti tra gli 8 ed i 15 Miliardi di Euro nei prossimi dieci anni.

Il fatturato del settore trasporti e logistica è cresciuto del 135% negli ultimi 10 anni, con un turnover annuale che supera gli 85 miliardi di Euro e 300.000 addetti. La logistica contribuisce al 9% del PIL nazionale e rappresenta uno dei primi 5 driver per l’economia belga. Snodo fondamentale del sistema intermodale di connessione logistica del Belgio è il porto di Anversa, al secondo posto per importanza (dopo Rotterdam) in Europa.

L’autore di questo post è David Diris.

Il Belgio si posiziona nel cuore dell’asse geo-economico Liverpool-Genova, dove si concentra il 65% dell’attività economica Europea ed ha saputo sfruttare al meglio tale vantaggio, trasformandosi in uno degli hub logistici più importanti al mondo. Il fatturato del settore trasporti e logistica è cresciuto, infatti, del 135% negli ultimi 10 anni, con un turnover annuale che supera gli 85 miliardi di euro. Snodo fondamentale del sistema intermodale di connessione logistica del Belgio è il porto di Anversa, al 2° posto (dopo Rotterdam) in Europa.

Il Belgio, anche grazie alla sua posizione geografica nel cuore dell’Europa, ha un’economia molto aperta agli scambi e rappresenta un importante partner economico per l’Italia, soprattutto nelle relazioni commerciali.

Infatti, secondo i dati ISTAT, anche nel 2014, il Belgio si conferma come il 9° partner commerciale a livello mondiale per l’Italia ed il mercato che ha registrato la maggiore dinamicità, divenendo il 7° mercato di sbocco per le nostre esportazioni, dopo Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera e Spagna.

Nel 2014, l’interscambio complessivo di beni tra l’Italia e il Belgio ha registrato un andamento molto positivo, raggiungendo i 28,3 mld di euro, con un incremento del 7,86% rispetto al 2013. Le esportazioni italiane verso il Belgio hanno raggiunto 13,2 mld di euro con una crescita del 16%. Tale andamento assume un particolare rilievo, considerato che nel 2014 le importazioni del Belgio dai Paesi Ue sono diminuite e tutti i principali partner commerciali europei hanno perso quote di mercato. Le importazioni italiane dal Belgio hanno raggiunto i 15,1 mld di euro con una crescita dell’1,6%.

Relativamente agli investimenti esteri, secondo le fonti Eurostat disponibili, nel 2012 il Belgio rappresentava il 9° paese di destinazione degli investimenti diretti esteri provenienti dall’Italia e il 6° paese di provenienza degli investimenti diretti esteri in Italia.

Considerando il saldo positivo di questi valori e l’importanza di dette cifre, riteniamo opportuno offrire agli operatori commerciali italiani una guida che contenga delle informazioni di natura sia giuridica sia pratica e che permetta loro:

  • di analizzare in maniera oggettiva la situazione economica belga;
  • di valutare la possibilità di investire in Belgio.

Proprio a tal fine la guida è stata schematicamente suddivisa in quattro parti:

  1. i motivi per i quali preferire il Belgio per i propri investimenti e quindi i differenti aspetti da valutare prima di intraprendere qualsiasi attività economica;
  2. le fondamentali caratteristiche delle società belghe seguite dalle fasi e dai costi per la loro costituzione;
  3. il diritto del lavoro e le caratteristiche principali dei contratti di lavoro;
  4. i contratti commerciali comunemente utilizzati e la disciplina legale di riferimento.

Perché investire in Belgio?

Oggi il Belgio è un’economia di servizi ed il peso del settore terziario rappresenta quasi il 70% del PIL, anche per effetto dell’adozione di incentivi sia a livello federale che regionale. Come in tutte le economie occidentali ed in particolare fra gli Stati membri dell’Unione Europea, anche in Belgio i settori primario e secondario sono in fase recessiva.

Incentivi

Gli incentivi più interessanti sono: la deduzione dell’interesse nominale, che permette di recuperare la tassa effettiva d’imposta di società; il cosiddetto “interesse teorico”, vale a dire la parziale esenzione del pagamento di interessi sugli utili reinvestiti nell’azienda; l’assenza di imposta sul patrimonio; deduzioni per investimenti in settori specifici; incentivi fiscali per redditi da brevetti; l’inesistenza di vincoli per attività di proprietà di non residenti. Interessante è anche la normativa in tema di rapporti di lavoro e problematiche fiscali connesse. In tema di intermediari commerciali le disposizioni sono più favorevoli che altrove.

Ricerca ed attrazione degli investimenti

Il Belgio sta progressivamente rafforzando i settori ad alto contenuto tecnologico, investendo in parchi scientifici, centri di ricerca, laboratori, università e “business parks”. Ciò, unitamente all’efficienza della forza lavoro, fa sì che la produttività manifatturiera sia superiore alla media europea. Il Belgio si posiziona sempre ai primi posti delle classifiche internazionali per l’attrazione degli investimenti.

Interscambio in crescita

Analizzando recenti ed autorevoli dati relativi ai rapporti economici tra Italia e Belgio, si evince chiaramente che gli scambi commerciali si stiano intensificando considerando che il 2014 è stato un altro anno record per l’export italiano verso il Belgio: + 15,8% rispetto al 2013.

Stando ai dati ICE-ISTAT, si tratterebbe del maggior incremento a livello mondiale, evidenziando un trend in consolidata crescita: +34,3% dal 2010.

L’interscambio complessivo ha superato i 28 miliardi di euro (13,2 miliardi di export; 15,1 miliardi di import). Per quanto il saldo della bilancia commerciale resti ancora favorevole al Belgio, il surplus è ormai ridotto a soli euro 1,8 miliardi rispetto ai 4,6 miliardi registrati nel 2010. Il quadro d’insieme evidenzia come il mercato Belga offra interessanti opportunità di crescita per i nostri operatori” (fonte: Ambasciata Italiana).

Inoltre, secondo i dati ISTAT elaborati da Agenzia ICE per il primo trimestre del 2015, il volume degli scambi commerciali tra Italia e Belgio ha confermato le tendenze ampiamente positive registrate in questi ultimi anni dimostrando come i rapporti commerciali tra i due stati siano in costante ascesa poiché “da gennaio a marzo 2015, l’Italia ha esportato nel Regno beni per 3.383.698 euro, contro i 3.318.698 euro totalizzati nel primo trimestre del 2014.

Crescita delle importazioni dall‘Italia

Inoltre, sebbene i dati relativi al Commercio Estero italiano nel mese di giugno 2015, pubblicati dall’ ISTAT ad agosto, indicano una flessione congiunturale dell’export e una crescita dell’import, il dato relativo all’interscambio col Belgio nel mese di giugno è particolarmente positivo, indicando il maggior dinamismo sia per le esportazioni (+37,6%), che per le importazioni italiane (+32,6%) in confronto con lo stesso mese del 2014.

Il Belgio, pertanto, è stato il mercato con la maggiore crescita per i prodotti italiani.

Su base semestrale il dato sulle esportazioni italiane in Belgio nel 2015 registra una crescita del 9% sul 2014, con gli incrementi più rilevanti registrati nei settori dei prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+ 20%), prodotti dell’attività manifatturiera (+ 8,6%), prodotti alimentari (+7%), legno e prodotti in legno (+13,5%), articoli farmaceutici (+16,2%), macchinari ed apparecchi n.c.a. (+16%), mezzi di trasporto (+12%) e autoveicoli (+26,6%).

Il valore complessivo delle esportazioni italiane nel primo semestre 2015 supera i 7,1 miliardi di euro, mentre le importazioni dal Belgio hanno raggiunto gli 8,8 miliardi, con una crescita sul 2014 del 17% (Fonte: Ufficio ICE Bruxelles).

L’autore di questo post è David Diris.

Perché investire in Belgio

19 Settembre 2016

  • Belgio
  • Diritto societario

Un imprenditore straniero che voglia intraprendere un’attività commerciale in Belgio potrà scegliere tra tutte le forme societarie previste nel Codice delle Società belga. In quest’articolo verranno esaminate in maniera schematica le tre modalità di accesso nel mercato belga più comuni.

In primis la forma più semplice è quella della succursale (1), ossia una nuova entità che opererà nel territorio belga come filiale della società madre.

Nel caso in cui l’imprenditore voglia costituire una nuova società, la scelta normalmente ricadrà fra le due tipologie maggiormente utilizzate: Société anonyme (2) o Société privée à responsabilité limitée (3).

1.    Succursale

Le società che sono state costituite all’estero e che all’estero hanno la loro sede principale possono operare in Belgio e stabilirvi una succursale (art. 58 Codice delle società).

La succursale è stata definita dalla giurisprudenza belga come “un centro di operazioni che si manifesta all’esterno, in maniera stabile, come un’estensione della casa-madre (maison mère), ma comunque in grado di poter negoziare autonomamente con i terzi”.

Requisiti di forma

Gli artt. 81 e 82 del Codice delle società indicano quali sono i documenti necessari:

  • atto costitutivo;
  • la denominazione e la sua sede;
  • la decisione di aprire la succursale presa dall’organo abilitato a farlo nella società estera;
  • gli ultimi bilanci annuali.

Tutti questi documenti dovranno essere tradotti (con una traduzione giurata) in una lingua ufficiale belga (francese, olandese, tedesco) e depositati presso la cancelleria del tribunale del commercio territorialmente competente.

Legalizzazione ed Apostilla

In determinati casi questi documenti dovranno essere legalizzati (légalisés), vale a dire che occorrerà una certificazione della loro “provenienza” da parte di un organo competente.

Sono esentati da legalizzazione, in quanto sostituita dalla forma semplificata delle apostille, gli atti provenienti dagli Stati contraenti della Convenzione de L’Aja del 5 ottobre 1961.

Per quanto riguarda le società italiane che intendano aprire una succursale in Belgio, non sarà più necessario procedere alla legalizzazione degli atti pubblici o all’apposizione di apostille in virtù della Convenzione di Bruxelles del 25 maggio 1987, la quale ha soppresso ogni forma di legalizzazione o qualsiasi altra formalità equivalente tra gli Stati che l’hanno ratificata.

Conoscenze di base e capacità imprenditoriali

Per provare il possesso delle conoscenze di base occorre un documento che attesti:

  • una conoscenza della gestione di base;
  • la partecipazione ad un corso di gestione;
  • il possesso di un titolo di studio abilitante all’insegnamento superiore o universitario.

Per dimostrare l’esistenza ed il possesso di queste capacità di gestione imprenditoriale ci si può avvalere delle disposizioni contenute nella direttiva europea 2005/36 (artt. 17 e 19) relativa al “riconoscimento dei titoli e delle qualifiche professionali ottenuti all’estero”, attraverso una dichiarazione di competenze rilasciata dagli enti preposti all’interno dello Stato membro di origine.

Regolamento Bruxelles I bis

Il regolamento europeo “Bruxelles I bis”, applicabile alle controversie in materia civile e commerciale, dispone che le società che hanno la loro sede nel territorio di uno degli Stati membri dell’UE possono essere convenute nel tribunale del luogo in cui esse hanno stabilito una succursale se la controversia concerne l’esercizio di questa succursale (art. 7 n. 5 Bruxelles I bis).

2.    S.A. (Société anonyme)

La SA è definita nel Codice delle società come quella nella quale “gli azionisti non si impegnano che per un ammontare determinato” (art. 437).

Dal 1984 è possibile che la costituzione di una SA avvenga per mezzo dell’accordo di due persone fisiche o giuridiche (fino a questa data erano necessarie sette persone!).

Numero soci

2 soci, nessun limite massimo

Capitale minimo

€ 61.500

Liberazione del capitale

Il capitale versato deve essere pari ad almeno 61.500.

Inoltre ogni azione deve essere liberata per almeno ¼ del suo valore e le azioni che corrispondono a dei conferimenti in natura dovranno essere interamente liberate entro 5 anni dalla costituzione.

Modalità di costituzione

Atto pubblico a pena di nullità e deposito presso la cancelleria del tribunale. È inoltre necessaria la  redazione di un piano finanziario relativo ai primi 2 anni.

Responsabilità dei soci

Limitata alla propria partecipazione.

Titoli

Azioni e obbligazioni:

  • i titoli possono essere nominativi o dematerializzati;
  • in caso di emissione di azioni nominative occorre tenere un registro delle azioni.

Circolazione dei titoli

La libera circolazione è obbligatoria. Limitazioni statutarie:

  • clausola di gradimento;
  • clausola di vendita (prelazione);
  • clausola di inalienabilità (sempre per un tempo determinato).

Organi

Consiglio di amministrazione:

  • minimo 3 amministratori e 2 in caso di due soli soci (persone fisiche o giuridiche);
  • nominato dall’assemblea generale al massimo per 6 anni.

Assemblea generale dei soci:

  • ordinaria: una volta per anno;
  • straordinaria: in caso di modifiche allo statuto.

3.    S.P.R.L. (Société privée à responsabilité limitée)

Ai sensi degli artt. 210 e 211 Codice delle società, la SPRL può essere definita come una società:

  • costituita da una o più persone (dal 1987 la costituzione di una SPRL può avvenire per atto unilaterale);
  • i cui soci sono responsabili limitatamente al valore dei loro conferimenti;
  • i cui conferimenti possono essere sia in denaro sia in natura (intendendo per conferimento in natura qualsiasi bene suscettibile di valutazione economica).

L’art. 210 CS vieta espressamente l’appello al mercato per collocare quote o obbligazioni di una SPRL.

Numero soci

2 soci, nessun limite massimo. È possibile costituire una s.p.r.l.u. (unipersonale) con un solo socio.

Capitale minimo

Capitale da sottoscrivere e da liberare:

  • € 18.550 capitale minimo; deve essere integralmente sottoscritto,
  • € 6.2000 capitale da liberare (€12.400 nelle s.p.r.l.u.),
  • p.r.l. starter: € 1 capitale minimo.

In caso di conferimenti in natura:

  • rapporto di un revisore di impresa (valutazione),
  • rapporto dei fondatori (interesse dell’impresa).

Modalità di costituzione

L’atto costitutivo dovrà essere redatto nella forma dell’atto pubblico:

  • deve essere depositato in cancelleria entro 15 giorni,
  • i fondatori devono presentare un piano finanziario relativo ai primi 2 anni.

Responsabilità dei soci

Limitata alla propria partecipazione.

Titoli

Quote sociali (titoli nominativi) + la possibilità di emettere obbligazioni: tutti i trasferimenti dovranno essere annotati nel registro dei soci tenuto presso la sede sociale.

Circolazione dei titoli

Occorre l’approvazione della metà dei soci che detengano almeno i ¾ del capitale. L’approvazione non sarà necessaria quando il trasferimento avviene a favore di un altro socio, di un parente del socio cedente o di una persona preliminarmente approvata in statuto.

Lo statuto potrà contenere norme maggiormente restrittive.

Organi

Amministrazione:

  • Amministratore (1 o più, soci e non);

Assemblea generale:

  • ordinaria: almeno una volta all’anno;
  • straordinaria: in caso di modifiche allo statuto.

L’autore di questo post è David Diris.

Con circa 411 miliardi di dollari di export annuo, il Belgio è l’8° esportatore a livello mondiale. Il paese ha saputo adattarsi alla crescente integrazione dei mercati riuscendo a trasformare la sua dinamica economia in uno dei mercati più aperti e concorrenziali al mondo.

Da un punto di vista politico, il Belgio è uno Stato federale con specifici poteri politici articolati su 3 livelli:

Il governo federale è stabilito a Bruxelles

Le tre Regioni di cui si compone il Belgio sono:

  • la regione delle Fiandre, suddivisa in 5 province;
  • la regione Vallona, suddivisa in 5 province;
  • la regione di Bruxelles capitale.

Le tre comunità linguistiche sono:

  • la comunità fiamminga (di lingua neerlandese);
  • la comunità francese (di lingua francese);
  • la comunità germanofona.

In uno scenario economico complessivamente positivo emergono però rilevanti divergenze regionali:

  • la Vallonia dispone dei migliori ingredienti per una collaborazione impresa-ricerca. Il Governo vallone ha creato 6 poli di competitività: Biowin (bioscienze), Skywin (aerospaziale e aeronautica), Wagralim (agroindustria), Logistics in Wallonia (trasporti e logistica), Mecatech (ingegneria meccanica) e Greenwin (tecnologie ambientali). L’attività di questi poli vede associati centri di formazione, centri di ricerca, università e imprese. Per rafforzare la competitività della Regione Vallone nei settori dove presenta già un potenziale, a settembre 2005 il Governo vallone ha lanciato il Piano Marshall che definisce 5 direzioni:
    • i poli di competitività;
    • la creazione di attività;
    • l’alleggerimento della pressione fiscale sulle imprese (tra le più vantaggiose d’Europa);
    • il rafforzamento della ricerca e dell’innovazione;
    • il miglioramento delle competenze per l’occupazione.

Il Piano Marshall 2022 ha inoltre l’ambizione di sviluppare una nuova strategia di sviluppo regionale che scommette sulle forze del Piano Marshall 2.Verde e che innova attraverso la previsione di politiche di istruzione proprie della Federazione Vallonia-Bruxelles.

La dinamica dei piani Marshall ha portato i suoi frutti. Dal 2005 sono stati creati 46.388 posti di lavoro, sono stati forniti alle imprese 31.165 aiuti diretti e sono state erogate 417.895 attività di formazione.

  • senza dubbio le Fiandre costituiscono attualmente l’area forte del Paese dal punto di vista economico, favorite dalla posizione geografica e dalle infrastrutture di comunicazione (il sistema portuale Anversa-Gand-Zeebrugge; una rete stradale ben integrata nelle principali direttrici europee nord-sud e ovest-est; una rete ferroviaria molto sviluppata; da un’economia molto orientata all’export, da un contesto socio-economico che attrae capitali stranieri e da una struttura produttiva flessibile e tecnologicamente avanzata).
  • Bruxelles è una città unica. Centro nevralgico dell’Unione Europea, è divenuta una capitale internazionale dove i leader mondiali si riuniscono per prendere decisioni di rilevanza globale. La capitale belga ospita, oltre al Parlamento, la maggior parte delle istituzioni dell’Unione Europea e numerosi centri di rappresentanza dei paesi membri. Le istituzioni internazionali generano tra il 13% e il 14% del PIL di Bruxelles e il settore congressuale, da solo, ospita più di 000 congressi l’anno.

Grazie al ruolo internazionale di Bruxelles, il Belgio ha saputo conquistarsi un posto a livello mondiale nei servizi legati agli affari internazionali.

Inoltre, la presenza di oltre 60 banche straniere fa sì che Bruxelles rappresenti la settima piazza finanziaria più importante al mondo.

Su cosa investire

In Belgio il settore farmaceutico è certamente uno dei più solidi occupando ben 30.000 persone (pari al 5% dell’impiego del settore privato) ed essendo responsabile dell’11% del suo export complessivo (tra i Paesi OCSE, soltanto la Germania è in grado di offrire dati migliori). Solo negli ultimi tre anni, ammontano ad oltre 1 miliardo di Euro gli investimenti delle imprese nel settore biotech.

La transizione verso una green-economy sta instaurando in Belgio una vera e propria “rivoluzione verde” puntando a soddisfare, di qui al 2020, il 13% del proprio fabbisogno energetico attraverso fonti rinnovabili. Secondo autorevoli studi, il settore delle rinnovabili nella sola Vallonia dovrebbe permettere la creazione di 15.000 posti di lavoro entro il 2020 (che si andrebbero ad aggiungere ai 9.400 già esistenti), con investimenti previsti tra gli 8 ed i 15 Miliardi di Euro nei prossimi dieci anni.

Il fatturato del settore trasporti e logistica è cresciuto del 135% negli ultimi 10 anni, con un turnover annuale che supera gli 85 miliardi di Euro e 300.000 addetti. La logistica contribuisce al 9% del PIL nazionale e rappresenta uno dei primi 5 driver per l’economia belga. Snodo fondamentale del sistema intermodale di connessione logistica del Belgio è il porto di Anversa, al secondo posto per importanza (dopo Rotterdam) in Europa.

L’autore di questo post è David Diris.

Il Belgio si posiziona nel cuore dell’asse geo-economico Liverpool-Genova, dove si concentra il 65% dell’attività economica Europea ed ha saputo sfruttare al meglio tale vantaggio, trasformandosi in uno degli hub logistici più importanti al mondo. Il fatturato del settore trasporti e logistica è cresciuto, infatti, del 135% negli ultimi 10 anni, con un turnover annuale che supera gli 85 miliardi di euro. Snodo fondamentale del sistema intermodale di connessione logistica del Belgio è il porto di Anversa, al 2° posto (dopo Rotterdam) in Europa.

Il Belgio, anche grazie alla sua posizione geografica nel cuore dell’Europa, ha un’economia molto aperta agli scambi e rappresenta un importante partner economico per l’Italia, soprattutto nelle relazioni commerciali.

Infatti, secondo i dati ISTAT, anche nel 2014, il Belgio si conferma come il 9° partner commerciale a livello mondiale per l’Italia ed il mercato che ha registrato la maggiore dinamicità, divenendo il 7° mercato di sbocco per le nostre esportazioni, dopo Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera e Spagna.

Nel 2014, l’interscambio complessivo di beni tra l’Italia e il Belgio ha registrato un andamento molto positivo, raggiungendo i 28,3 mld di euro, con un incremento del 7,86% rispetto al 2013. Le esportazioni italiane verso il Belgio hanno raggiunto 13,2 mld di euro con una crescita del 16%. Tale andamento assume un particolare rilievo, considerato che nel 2014 le importazioni del Belgio dai Paesi Ue sono diminuite e tutti i principali partner commerciali europei hanno perso quote di mercato. Le importazioni italiane dal Belgio hanno raggiunto i 15,1 mld di euro con una crescita dell’1,6%.

Relativamente agli investimenti esteri, secondo le fonti Eurostat disponibili, nel 2012 il Belgio rappresentava il 9° paese di destinazione degli investimenti diretti esteri provenienti dall’Italia e il 6° paese di provenienza degli investimenti diretti esteri in Italia.

Considerando il saldo positivo di questi valori e l’importanza di dette cifre, riteniamo opportuno offrire agli operatori commerciali italiani una guida che contenga delle informazioni di natura sia giuridica sia pratica e che permetta loro:

  • di analizzare in maniera oggettiva la situazione economica belga;
  • di valutare la possibilità di investire in Belgio.

Proprio a tal fine la guida è stata schematicamente suddivisa in quattro parti:

  1. i motivi per i quali preferire il Belgio per i propri investimenti e quindi i differenti aspetti da valutare prima di intraprendere qualsiasi attività economica;
  2. le fondamentali caratteristiche delle società belghe seguite dalle fasi e dai costi per la loro costituzione;
  3. il diritto del lavoro e le caratteristiche principali dei contratti di lavoro;
  4. i contratti commerciali comunemente utilizzati e la disciplina legale di riferimento.

Perché investire in Belgio?

Oggi il Belgio è un’economia di servizi ed il peso del settore terziario rappresenta quasi il 70% del PIL, anche per effetto dell’adozione di incentivi sia a livello federale che regionale. Come in tutte le economie occidentali ed in particolare fra gli Stati membri dell’Unione Europea, anche in Belgio i settori primario e secondario sono in fase recessiva.

Incentivi

Gli incentivi più interessanti sono: la deduzione dell’interesse nominale, che permette di recuperare la tassa effettiva d’imposta di società; il cosiddetto “interesse teorico”, vale a dire la parziale esenzione del pagamento di interessi sugli utili reinvestiti nell’azienda; l’assenza di imposta sul patrimonio; deduzioni per investimenti in settori specifici; incentivi fiscali per redditi da brevetti; l’inesistenza di vincoli per attività di proprietà di non residenti. Interessante è anche la normativa in tema di rapporti di lavoro e problematiche fiscali connesse. In tema di intermediari commerciali le disposizioni sono più favorevoli che altrove.

Ricerca ed attrazione degli investimenti

Il Belgio sta progressivamente rafforzando i settori ad alto contenuto tecnologico, investendo in parchi scientifici, centri di ricerca, laboratori, università e “business parks”. Ciò, unitamente all’efficienza della forza lavoro, fa sì che la produttività manifatturiera sia superiore alla media europea. Il Belgio si posiziona sempre ai primi posti delle classifiche internazionali per l’attrazione degli investimenti.

Interscambio in crescita

Analizzando recenti ed autorevoli dati relativi ai rapporti economici tra Italia e Belgio, si evince chiaramente che gli scambi commerciali si stiano intensificando considerando che il 2014 è stato un altro anno record per l’export italiano verso il Belgio: + 15,8% rispetto al 2013.

Stando ai dati ICE-ISTAT, si tratterebbe del maggior incremento a livello mondiale, evidenziando un trend in consolidata crescita: +34,3% dal 2010.

L’interscambio complessivo ha superato i 28 miliardi di euro (13,2 miliardi di export; 15,1 miliardi di import). Per quanto il saldo della bilancia commerciale resti ancora favorevole al Belgio, il surplus è ormai ridotto a soli euro 1,8 miliardi rispetto ai 4,6 miliardi registrati nel 2010. Il quadro d’insieme evidenzia come il mercato Belga offra interessanti opportunità di crescita per i nostri operatori” (fonte: Ambasciata Italiana).

Inoltre, secondo i dati ISTAT elaborati da Agenzia ICE per il primo trimestre del 2015, il volume degli scambi commerciali tra Italia e Belgio ha confermato le tendenze ampiamente positive registrate in questi ultimi anni dimostrando come i rapporti commerciali tra i due stati siano in costante ascesa poiché “da gennaio a marzo 2015, l’Italia ha esportato nel Regno beni per 3.383.698 euro, contro i 3.318.698 euro totalizzati nel primo trimestre del 2014.

Crescita delle importazioni dall‘Italia

Inoltre, sebbene i dati relativi al Commercio Estero italiano nel mese di giugno 2015, pubblicati dall’ ISTAT ad agosto, indicano una flessione congiunturale dell’export e una crescita dell’import, il dato relativo all’interscambio col Belgio nel mese di giugno è particolarmente positivo, indicando il maggior dinamismo sia per le esportazioni (+37,6%), che per le importazioni italiane (+32,6%) in confronto con lo stesso mese del 2014.

Il Belgio, pertanto, è stato il mercato con la maggiore crescita per i prodotti italiani.

Su base semestrale il dato sulle esportazioni italiane in Belgio nel 2015 registra una crescita del 9% sul 2014, con gli incrementi più rilevanti registrati nei settori dei prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+ 20%), prodotti dell’attività manifatturiera (+ 8,6%), prodotti alimentari (+7%), legno e prodotti in legno (+13,5%), articoli farmaceutici (+16,2%), macchinari ed apparecchi n.c.a. (+16%), mezzi di trasporto (+12%) e autoveicoli (+26,6%).

Il valore complessivo delle esportazioni italiane nel primo semestre 2015 supera i 7,1 miliardi di euro, mentre le importazioni dal Belgio hanno raggiunto gli 8,8 miliardi, con una crescita sul 2014 del 17% (Fonte: Ufficio ICE Bruxelles).

L’autore di questo post è David Diris.